Curare il mal di testa con la frutta

Secondo un team di ricercatori scozzesi, la frutta aiuterebbe a contrastare e prevenire il mal di testa.

frutta

Secondo quanto recentemente affermato dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), il mal di testa è la settima patologia più diffusa al mondo. Pur contraddistinta da diverse forme e da differenti gradi di incidenza, spesso il mal di testa si verifica per cause ben evitabili: si pensi alle “emicranie” e alle “pesantezze di testa” determinate dall’aver saltato un pasto, o ai riflessi sul capo determinati da una infiammazione di tipo dentale o da una postura scorretta.

Ebbene, secondo molti ricercatori, la soluzione al mal di testa sarebbe una buona alimentazione a base di frutta che, grazie a una elevata percentuale di salicilati, sarebbe in grado di ridurre l’infiammazione e contrastare la nota patologia.

Un team di analisti scozzesi ha dimostrato queste considerazioni svolgendo un esperimento su un campione di 26 pazienti, suddivisi in due gruppi: al primo è stata somministrata una soluzione di acqua e fruttosio, mentre al secondo è stato somministrato un frullato di pesche della quantità pari a due porzioni.

Ebbene, l’osservazione ha dimostrato che i volontari che avevano assunto il frullato di frutto presentavano – a un’ora dall’assunzione – un valore doppio di acido salicilico, e una forte contrazione dei livelli di interleuchina 6, che contrasta l’infiammazione. Nel gruppo che invece aveva assunto l’acqua con il fruttosio, non si sono verificati tali risultati benefici.

Il risultato di quanto sopra è chiaro: consumare determinati alimenti – come ad esempio la frutta – potrebbe aiutare a debellare o attenuare il mal di testa in maniera naturale, senza dover ricorrere necessariamente ai farmaci. Si tenga altresì conto che l’acido salicilico, contenuto nella frutta, è utile anche per curare alcune patologie dell’apparato cardiocircolatorio: buone ragioni in più per introdurre alcune porzioni di frutta all’interno della propria dieta, fino ad arrivare al punto ottimale consigliato dalla stessa Oms, che stima in 5 porzioni l’obiettivo ideale.