La storia di Achille, il lupo zoppo a causa di una tagliola, e del suo branco. Davvero commovente quello che fanno. E per il web sono già eroi

 

Il lupo nell’immaginario collettivo è il personaggio cattivo delle fiabe. Un animale spietato e solitario i cui ululati fanno spesso paura. Questa storia invece cambia radicalmente l’ideale collettivo legato a questo animale. Il protagonista è un lupo, Achille, che vive nella Riserva naturale Monte Rufeno, ad Acquapendete nella provincia di Viterbo. L’animale – come riporta il sito di informazione locale ViterboNews24.it, è rimasto zoppo dopo il tentativo di un bracconiere di catturarlo con una tagliola. Ma il suo branco non lo abbandona, anzi, lo aiuta a sopravvivere. Gli altri lupi lo aspettano nonostante Achille faccia fatica a camminare. Una storia di amore e fedeltà che è documentata anche da un video che ha fatto il boom di like su Facebook con più di un milione di visualizzazioni e 12 mila condivisioni, ripreso anche dal sito di Repubblica e da YouTube. Achille è diventato, nonostante le sue difficoltà, una star del web.

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A ViterboNews24.it ha raccontato la storia di Achille: ”In queste immagini si può osservare come il suo branco non lo abbia abbandonato, nonostante Achille non possa più cacciare e cammini con difficoltà. I suoi compagni cacciano per lui e durante gli spostamenti procedono lentamente, aspettandolo di continuo. Ringrazio la Riserva naturale del Monte Rufeno per avermi autorizzato a montare e a diffondere questi filmati inediti che restituiscono un’immagine diversa dallo stereotipo del branco. Vivere da lupi significa soprattutto collaborazione, fedeltà reciproca e, come insegnano i compagni di Achille, aiuto per chi è in difficoltà”.
”Il lupo – prosegue lo scrittore  – è un animale con un fascino ancestrale, che spaventa, con cui gli uomini sono in conflitto da sempre, ma che è indissolubilmente legato a noi. C’è molta cattiva informazione a riguardo: sono 150 anni che non si registrano casi di attacchi da parte di questi animali e gli ultimi che ci sono stati, nell’ottocento, provenivano da esemplari affetti da rabbia. Ciò nonostante, ancora oggi in Italia, ne vengono uccisi dai bracconieri circa 300 ogni anno”.