Per anni è stato legato a una catena e massacrato di botte. Quando i volontari lo hanno trovato, la scena che si è presentata davanti ai loro occhi è stata terribile. Le condizioni del cane erano critiche, mostrava segni di lesioni, era denutrito, poiché il suo aguzzino gli concedeva solo pochissimi avanzi di cibo ed era divorato dai parassiti. Al collo aveva un solco procurato dal collare strettissimo, il suo corpo era logorato dalle catene, dalle percosse e da un’ernia al retto che gli sarebbe stata fatale se non curata in tempo.
Ma alla fine Lazzaro ce l’ha fatta. I volontari dell’Animal Liberation Front lo hanno liberato: il tenero meticcio viveva in un tugurio, in condizioni igieniche terribili, con la pelle lacerata dal collare che, man mano che il cane sarebbe cresciuto, lo avrebbe strangolato. Gran parte della sua vita è stata vissuta accanto a un padrone ubriaco che lo abbandonava tra i suoi escrementi e che lo picchiava. Ma soprattutto il cane era legato a un filo di ferro che con il passare del tempo gli ha creato delle profonde ferite. Nonostante fosse abituato a stare sempre da solo, il cane si è lasciato avvicinare dai volontari, che l’hanno ribattezzato Lazzaro, perché, appena ha ricevuto le prime cure, ha incominciato ad alzarsi da solo e a zampettare su un prato. Secondo i veterinari, la vita di Lazzaro era appesa ad un filo, se fosse rimasto nelle mani del suo aguzzino sarebbe morto di lì a poco. Finalmente il l’incubo di questo meticcio è terminato. Ora attende solo una famiglia che lo adotti e che gli faccia conoscere l’amore, sentimento finora per lui sconosciuto.