Alluvione in Sardegna: il forno che regala il pane

Davide Nughes è un panettiere di Olbia che, colpito duramente dall’alluvione, ha scelto di rialzarsi regalando il pane a tutta la popolazione che ha condiviso le sofferenze patite dal dramma ambientale.

alluvione olbia

La terribile alluvione che ha flagellato la Sardegna la scorsa settimana inizia a dipingersi di decine di migliaia di piccole grandi storie. Tra le tante, quella raccolta da Greenme con protagonista Davide Nughes, che esattamente un anno fa aveva aperto il proprio forno per pane a Olbia, investendo proprio nella panificazione tutto ciò che aveva. L’alluvione ha tuttavia distrutto il suo sogno, costringendo l’imprenditore a far fronte a danni per diverse decine di migliaia di euro alle attrezzature, alle materie prime e ai locali.

Aprire quella porta (quella del panificio, ndr) dopo che il livello dell’acqua era sceso è stato devastante. Io per primo ho pensato che ci sarebbero voluti giorni, settimane, prima di rivedere tutto apposto e funzionante. Invece dopo 36 ore abbiamo ridato vita ad un pachiderma morto. Un’azienda di queste dimensioni, tra i costi che restano vivi e il mancato guadagno, se resta chiusa anche solo 10 giorni può placidamente fallire. Immaginate, quindi, la mia gioia nel rivedere l’azienda viva , ferita ma viva” – ha dichiarato Nughes intervistato da Greenme (a proposito, qui potete leggere l’intero articolo, che vi consigliamo di consultare).

La bella notizia è tuttavia un’altra. Oltre ai tanti sforzi prodotti per rimettere in piedi la sua azienda, l’olbiese ha scelto di regalare la produzione del pane alla popolazione alluvionata, facendosi così parte attiva e proattiva del desiderio di rinascita della comunità.

Sul perché regalare il pane, Davide non ha dubbi. A Greenme spiega che “il coraggio me l’hanno dato le persone che su Facebook hanno seguito tutto l’evolversi della nostra emergenza. In molti ci sono stati vicini, vicinissimi. Qualcuno mandandoci della farina, altri donandoci decine di euro. Abbiamo capito che anche noi dovevamo aiutare chi, invece, non ce l’ha fatta a rialzarsi subito. Quindi, con quei pochi soldi donati, abbiamo comprato altra farina. Noi ci abbiamo messo il sale, il lievito, il gas, la competenza e quelle poche attrezzature rimaste funzionanti. E abbiamo condiviso il pane con gli altri. Sia chiaro, il pane che fornisco ad altre aziende come bar, ristoranti e supermercati, viene fatto giustamente pagare. Il pane è gratuito, invece, per gli sfollati e per i volontari”.

Uno straordinario gesto di generosità che ci sentiamo di sottolineare e di apprezzare.

La foto e la storia sono state prodotte da Greenme, in questo articolo.