Energie rinnovabili oltre il 40% entro il 2035

L’IEA stima un ottimo incremento dell’uso di fonti rinnovabili ma, purtroppo, una continua crescita delle emissioni di co2: il rischio è che la temperatura salga di oltre 3 gradi in 20 anni!

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Secondo quanto affermato dalla IEA (International Energy Agency) nell’edizione 2013 del WEO (World Energy Outlook), le fonti di energia rinnovabile entro il 2035 potrebbero arrivare a soddisfare oltre il 40% del fabbisogno mondiale di energia. Una proporzione particolarmente importante (pur inferiore ad alcune altre aspettative formulate negli scorsi anni), che tiene conto dell’importante trend di incremento della domanda energetica mondiale, che crescerà di circa un terzo rispetto ai livelli odierni (soprattutto in seguito alle richieste dei Paesi asiatici).

Ad ogni modo, l’accuratezza di tali stime non potrà che dipendere dall’idonea predisposizione di una rete sufficientemente valida di incentivi statali, utili per poter sostenere il previsto livello di distribuzione delle fonti green: a tal fine, l’IEA prevede che i sussidi da parte dei governi nazionali possano crescere a quota 220 miliardi di dollari entro il 2035, contro un livello attuale di 101 miliardi di dollari.

Le buone notizie finiscono tuttavia qui. Sempre secondo le stime formulate dall’Agenzia, infatti, all’incremento delle fonti di energia rinnovabile seguirà un incremento delle emissioni di co2 pari al 20% entro il 2035, con il rischio che la temperatura media globale si innalzi di altri 3,6 gradi (molto al di sopra del limite di 2 gradi che invece era stato fissato dalla comunità scientifica internazionale). Nonostante l’aumento delle fonti rinnovabili, infatti, i combustibili fossili copriranno ancora la grande maggioranza della domanda totale di energia e, in particolar modo, la domanda elettrica.

Ne consegue la necessità di predisporre adeguati sistemi alternativi rispetto ai piani in corso, anche perché – sottolinea il WWF – le previsioni dell’Agenzia potrebbero purtroppo rivelarsi fin troppo ottimiste rispetto a quanto sarà riscontrabile in realtà, con particolare riferimento all’efficienza dello shale gas, e con il rischio che il riscaldamento globale possa pertanto arrivare a livelli pericolosi, in tempi più brevi di quanto stimato.