Dai ricercatori dell’Università del Montana, coordinati dalla dottoressa Lilian Calderón-Garcidueñas, con pubblicazione sull’ultimo numero della rivista scientifica Journal of Alzheimer’s Disease, arriva un’allarmante correlazione tra la presenza di polveri sottili nell’aria, e gli effetti sulla crescita dei bambini.
In particolare, la ricerca si è soffermata sulla capacità del particolato di penetrare nel corpo attraverso le vie respiratorie: nel caso in cui le barriere che proteggono il cervello siano danneggiate, lo smog riesce a passare indisturbato, esponendo così il tessuto cerebrale a metalli pesanti e sostanze contaminanti che ne comprometterebbero lo sviluppo.
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Per poter giungere a tale risultato i ricercatori hanno confrontato i campioni di liquido cerebrospinale di un gruppo di bambini che vivono in una cittadina poco inquinata, e quelli di un gruppo di bambini che vivono a Città del Messico, una delle aree più inquinate del mondo.
Le analisi conseguenti sono state drammatiche: gli esperti hanno infatti rilevato che i bambini residenti nella capitale messicana avevano valori elevati di autoanticorpi, evento piuttosto raro.
